Chi uccide?

Totem e tabù (Freud, 1912-13), ovvero lo spirito del totem e lo spirito del tabù. La copia del totem e nel totem: il modello e le sue copie, lo spirito e le sue copie. La copia del tabù e nel tabù: la copia e il suo modello, la copia e il suo spirito.

 

È questione del fantasma primordiale, il fantasma d'origine e lo spirito d'origine, lo spirito scisso, lo spirito doppio. Totem & tabù. “L'idea dell'idea dell'idea”, per accennare all'infinito potenziale in azione, formula che interviene in Lacan come “nome del nome del nome”. Formula del discorso, non della parola nel suo atto. Il fantasma dell’uccisione del padre dell’orda primitiva è la via regia della lettura di Freud. Per la Bibbia, e prima ancora per la Torah, il fantasma fondamentale è quello dell’uccisione del fratello. Non c’è dottrina, sia esoterica sia essoterica, che non ricorra a una uccisione principiale, iniziale, originale, primaria.  

 

L'ingranaggio, lo spirito, l'uccisore. «Lo spirito uccide» annota Armando Verdiglione. L'idea dell'idea uccide l'idea, e resta fatuo il risultato. Tale è l'autocritica che giustifica la potenzialità, la riproduzione economica dell'uccisione dell'innocenza della vita.

 

Il fantasma primordiale è lo spirito primordiale. Lo spirito del fantasma, lo spirito dello spirito. La casa dei fantasmi e la casa degli spiriti sono la stessa casa. La casa è la casa, sia come casa di famiglia, sia come casa di tribù, sia casa del mondo, sia mondo casa.

 

Spirito non è il soggetto, se non nella sua evanescenza, nella sua evaporazione, nella sua essenza e nella sua quintessenza. Sosia, nell'opera di Plauto l'Anfitrione, non vuole più chiamarsi Sosia, ma Quinto.

 

La comunità di spirito non è fra individui, persone, soggetti, numeri due spacciati per numeri uno in via di scissione o di proliferazione: è la compagnia fra sé e sé, fra sé e l'Altro, fra l'Altro e sé. Eppure il sé non è il sé che differisce e varia, non è l'Altro identico a sé. E neanche l'Altro identico all'Altro. È l'Altro come funzione e come variazione.

 

La comunità è del pane, “pesante”, il pane sostanziale e mentale, impastato con la cenere della morte e con la polvere del nulla. Il pane della compagnia di spirito (pleonasmo) è quel che si uccide. Ne La congiura degli idioti di Armando Verdiglione c'è questa elaborazione. Fra sé e sé si uccide l'innocenza della vita. Fra sé e sé è il paragone e il confronto idolare o spettrale, attrattivo o repulsivo, affettivo o aggressivo.

Fra sé e sé è il doppio della metà. Fra sé e l'Altro, fra l'Altro e sé, è il sosia, il doppio dell'uno. Il pane ha il suo asterisco nella manna, che non è il nome del cibo, del nutrimento.

 

La compagnia di spirito uccide per mangiare nella sovranità e mangia per uccidere nella sottanità. In francese c'è “sottise” a indicare lo spirito della sottanità. La sottanità di spirito appartiene all’impero, la sovranità di spirito appartiene al dominio. Il condominio è il luogo impossibile della compagnia di spirito.

 

Anche quando non giunge a allinearsi con lo spettacolo, con la visione e con l'osservazione, la coppia di spirito uccide e si uccide, si mortifica, si riduce a zero e al nulla. Assume l'ombra dinanzi e si concilia nella mortificazione, nella critica di sé e nella critica dell’Altro, nelle giustificazioni. Al netto della giustizia del sembiante e del giudizio del tempo.

 

La sostanza sta al posto del sembiante, la mentalità sta al posto del tempo. E il cibo al posto del cibo, il “cibo del cibo del cibo” è rimedio e veleno, è pharmakon e pharmakos. Pharmakos che è anche la vittima, il farmaco contro la peste nella società.

Pharmakos, come elemento linguistico, interviene due volte nel testo di Platone, a proposito di Socrate, nell'Apologia, e è tradotto con cicuta. Il farmaco è l’ipostasi di possessione della peste, la droga è l’ipostasi di padronanza della peste. Apollo appesta. Edipo è appestato. Nell’ordine del discorso.

 

Nello spirito dell'uccisione, la conversione nell'alternanza e nell'alternativa è l'uccisione spirituale. La parola scissa è lo spirito saldante, senza saldatura fra blocco, colla e gomma nonché cristallo, e anche lo spirito senza saldatura. Ecco lo spirituale nell'unico: unario, binario, trinitario. Ecco le variabili del blocco oligarchico mondiale, le variabili della colla unificante delle masse, le variabili della gomma, ossia della cancellazione della vita per le sue coppie mortali: pupazzi e bambole di gomma, anche quando si affermano in carne e ossa,

 

Non solo lo spirito di Hegel è la sua laicizzazione, la sua variabile non religiosa e in effetti, ovvero senza effettualità e senza effettività, è la variabile filosofica, ossia militare. Non solo Carl von Clausewitz è attento al passaggio di Napoleone, lo è anche Hegel che biforca la sua scelta da quella religiosa dell'amico Hölderlin. L'abbraccio fra la cima di Hegel e l'abisso di Hölderlin è fatale, letale, si duplica anche nell'abbraccio di torme e di ciurme di poeti per il militare del pensiero Martin Heidegger, che biforca dalla religiosità iniziale, incidentata in una aporia erotica ambigua fra magia e ipnosi.

Hegel fa la fenomenologia dello spirito, lo spirito della scissione e della saldatura che sono il modo della sua reggenza fra verticalità e orizzontalità. La fenomenologia: basta la logìa dello spirito per cogliere la portata dello spirito nella sua uccisione dell'innocenza della vita, scindendo gli umani in padroni e schiavi, nonché servi. Uccide l'innocenza dei clandestini che si agitano come schiavi o che cogitano come padroni. Entrambi contengono nella loro fantasmagoria l'arcaismo, come ereditarietà della morte che uccide l'innocenza della vita nei suoi cerimoniali. Cerimoniali zoo-antropologici. “Animali da cerimonia” scrive Nietzsche.

La liturgia e la cerimonia logiche sono spirituali, affettive o aggressive, afflittive o consolanti.                                                                                            Chi uccide? Chi si rinchiude nella tana, chi s’imprigiona nel mondo, “chi si lancia nel futuro per tornare dal passato in tempo per uccidere il padre prima di nascere” (Stephen Hawking a proposito del “viaggio nel tempo” rilevato da Kurt Gödel tra le righe dell’elaborazione di Albert Einstein).

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Intervista a Andrea Yaakov Lattes

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