Occlusione
Stile di vita? La vita senza stile in materia di cibo, di lavoro, di intellettualità. Non si tratta di passare dalla sopravvivenza alla sottovivenza, dalla forzatura all’inattività, dalla salute per eccitazione alla salute per calma, dal superlavoro alla vacanza, dal lavoro alla pensione. Lo sforzo dello sforzo (lo stress dello stress) o la calma al posto della domanda, lo stress.
Dispositivo nutrizionale ideale: reagire mangiando di più, bevendo di più, fumando, agitandosi, eccitandosi, lavorando di più, sforzandosi di più, non dormendo, farmaci di più (diabete, ipertensione, colesterolo). C’è chi aggiunge psicofarmaci, droghe, attività pericolose che sollecitano la paura (corse in auto, giochi violenti, delinquenza). Il dispositivo nutrizionale non è patologico e quindi non sfocia nel pathos, nella patologia. La calza non contiene le cose e quindi non incalzano. Nessuna idea dello stress, nessuna domanda della domanda. Domandare non è oggettivo, non è soggettivo. Né il domandante don Juan (avere la domanda) né il domandato Casanova (essere la domanda). Lo stress è l’indice della domanda in atto, non è il segno dell’homo duplex: stressante e stressato.
L’occlusione avviene per pleroma, riempimento (divino o diabolico), per farcitura o infarto. Infarctus, 1826, Laennec. Necrosi dell’organo per occlusione dell’arteria. Questione dell’occlusione e delle sue “ragioni”: cibo, alcool, fumo, super sforzi, eccitazione, agitazione, e altre “linguistiche”, da Ezechiele a Pasternack. Questione del colpo e della necrosi, quale segno della morte e non segnale. Ci sono contraccolpi “fatali” (senza la linguistica del caso di qualità) in cui nessun organo era leso o insufficiente. E sono di coloro che muoiono in “perfetta salute”. Illudersi di fare affaccendandosi? Ingoiare per non nutrirsi? Riempirsi di soldi, di sapere, di bottini, di trofei, di esperienze?
L’arteria non occlusa può occludersi per uno spasmo quale segnale che quel “pensiero” non è possibile, non è agibile, non è fattibile: è tabù. Non è questione di dare un nome alla malattia, al segnale, e di proporne un trattamento di spirito, che non esclude la chirurgia. Come arriva la malattia, qual è la sua linguistica? A ciascun elemento linguistico la sua teorematica e la sua assiomatica, essenziali al dispositivo linguistico, immunitario, nutrizionale, poetico, pragmatico.
Prendere l’impasse come vicolo cieco è l’infarto come vincolo, l’infarto ricorsivo, l’infarto come contraccolpo letale. L’approccio demonologico all’impasse scambia l’ipertensione per un supplemento di tensione prima benefico e poi malefico, prima rimedio e poi veleno. È così che l’ipertensione, senza la sua linguistica, è occludente e l’ipotensione (anche della vacanza, della pensione, della vincita al lotto), senza la sua linguistica, è in balia del colpo nel contraccolpo.
Il tabù della conclusione, l’impossibilità di concludere, è l’occlusione in azione. L’assenza di conclusione è attribuita alla realtà spettrale, la fake news del ghénos della famiglia e dello hierós del gruppo.
Il male in quanto male è infinito nella demonologia. La malattia non è accento del nome, non è una proprietà della sua prosodia, ma una sottolineatura della linea spartiacque fra la vita e la morte. La malattia non riesce come demonologia della vita. Ciascuna malattia (è “ciascuna” quando non esiste in quanto tale, come “ognuna”) è il segnale che occorrono nuovi dispositivi di vita, di salute, d’impresa, di nutrimento, di redazione, di lettura.
Chi reagisce al segnale con lo stesso presunto ingranaggio col quale è giunto al contraccolpo non coglie l’occasione: sul principio di uguale scambia la vita con la morte, l’impresa con lo sfruttamento, il fumo per l’arrosto, l’alcool per il nome da liquidare, il falso libro per il libro, la donna con la sfinge, la fake news con la realtà.
La trasformazione di vita, non la sua mutazione alchemica o metempsicotica, è inevitabile. Nessuna conciliazione fra il bene e il male: nessuna compensazione, unità, sutura, saldatura. Nessuna circolazione e nessuna circolarità.
La conclusione ideale comporta in modo opposto la reale occlusione, inclusione, esclusione, reclusione.
La domanda è la tensione, la forza, la virtù, lo stress, in direzione della qualità.
13 giugno 2022