I+H?
Nell’infinita produzione dello scrittore Ludwig Tieck, noto in Italia per la sua versione de “Il gatto con gli stivali”, c’è un’altra fiaba teatrale che viaggia e il cui titolo è stato arraffato da molti altri scribi, tanto “Il gatto con gli stivali” è una fiaba di Charles Perrault, tradotta in Italia da Collodi. "Il mondo alla rovescia". A teatro la fiaba comincia con il sipario che si chiude. Non è il principio di uguale per il quale il punto di partenza e il punto di arrivo coincidono, per il quale A=B, per il quale 0=1, per il quale l’aggressore e l’aggredito sono uguali, per il quale chi legge 3.000 libri è uguale a chi non legge, per il quale Caino è uguale a Abele (è l’ipotesi di Caino), per il quale Davide è uguale a Golia.
Il mondo alla rovescia non è il mondo alla rovescia, sarebbe sempre lo stesso mondo del principio d’uguaglianza. Lo stesso che è impiegato per “chiedermi” di giustificare perché non sono antisemita. Ma io non chiedo agli antisemiti di giustificare perché sono antisemiti e perché attribuiscono l’antisemitismo agli israeliani, spacciando i palestinesi come gli ebrei degli ebrei, cancellando la testimonianza civile di Primo Levi.
La questione ebraica non è la questione degli ebrei, non è una questione sociale per gli altri. L’ebreo non è lo zimbello dell’umanità: è la cosiddetta umanità che è fatta di zimbelli che nel loro mondo alla rovescia si ritengono intelligenti. L’intelligente era Giordano Bruno o Roberto Bellarmino, fatto in fretta santo e dottore della Chiesa dopo il rogo dell’anomalo?
Ognuno s’imbatte nella questione ebraica ideale, senza il nome (Ha Shem), e allora in nome del nome divide l’umanità in carnefici e vittime e si “identifica con entrambi”, per guadagnare da ogni guerra arcaica. Ognuno, non ciascuno, è mercenario, homo duplex, adepto del principio di uguale.
L’irenismo non l’ha inventato il pacifismo.